In un teatro – il Museum of Wonders – sospeso a metà tra la vita reale e il sogno, troviamo lo specchio delle nostre stesse vite, troviamo la farsa delle nostre più grandi paure. Quali spettatori di vanità e orrori, ridiamo, ci meravigliamo, ci disgustiamo di nani, storpi, ballerine, divi, e altri personaggi che ruotano all’interno di questo luogo lontano dal consueto senso del pudore. Forse non rideremmo più con tanto gusto se pensassimo, per un secondo, che quelle mascherine, quei personaggi, siamo noi stessi nella vita di tutti i giorni.
Il nostro sorriso smagliante, attenuerebbe lentamente la propria luce fino a spegnersi nel buio profondo della consapevolezza di far parte di un gioco più grosso di noi, un teatro chiamato società, e di recitarvi, troppo spesso, inconsapevolmente.