sabato 8 agosto 2009

Articolo su Blogosfere


Quando si dice "battere il ferro quando è caldo", il regista Domiziano Cristopharo, intrigante nuova figura dell'italico cinema non soltanto di genere, sta ultimando il suo secondo lavoro, il film intitolato The Museum of Wonders , che ancora la pellicola d'esordio, House of the Flesh Mannequins deve ancora far apparizione nelle sale.
Il fatto che in uno scenario produttivo totalmente asfittico come quello palesemente messo in mostra dal cinema italiano, l'entusiasmo e l'effervescenza artistica di un giovane autore come Christopharo, che non solo si sta dimostrando cineasta esteticamente fertile ma sa anche muoversi a livello di produzione e mercato, fa ben sperare per una benedetta attesissima svolta per la cinematografia italiana indipendente.
Lo stile estremamente personale di Cristopharo, soprattutto se consideriamo che i suoi sono fondamentalmente film horror, anche se sono rinvenibili evidenti ascendenze col cinema di Greenaway, di Zanussi (col quale ha collaborato) e di Jarman, restituisce la cifra di un cinema "libero", che sa andare oltre il genere e le sue retoriche. La notevole cura per la messa in scena, il décor e la fotografia, è l'elemento che fa davvero la differenza e che contribuisce a donare quel plusvalore rappresentativo nella costruzione di atmosfere di sublime cupezza.