giovedì 25 marzo 2010

Recensione su IndieHorror


In un teatro – il Museum of Wonders – sospeso a metà tra la vita reale e il sogno, troviamo lo specchio delle nostre stesse vite, troviamo la farsa delle nostre più grandi paure. Quali spettatori di vanità e orrori, ridiamo, ci meravigliamo, ci disgustiamo di nani, storpi, ballerine, divi, e altri personaggi che ruotano all’interno di questo luogo lontano dal consueto senso del pudore. Forse non rideremmo più con tanto gusto se pensassimo, per un secondo, che quelle mascherine, quei personaggi, siamo noi stessi nella vita di tutti i giorni.
Il nostro sorriso smagliante, attenuerebbe lentamente la propria luce fino a spegnersi nel buio profondo della consapevolezza di far parte di un gioco più grosso di noi, un teatro chiamato società, e di recitarvi, troppo spesso, inconsapevolmente.

lunedì 8 marzo 2010

Recensione su Parolibero


Per chi pensa che il cinema italiano non possa essere solo rappresentato da Moccia, Muccino e mocciosi vari, Domiziano Cristopharo rappresenta certamente una valida speranza per il futuro. Attore, sceneggiatore e regista, fin da quando era molto giovane ha coltivato la sua grande passione per il cinema sfruttando appieno il piccolo vantaggio di essere nato nella capitale dell’industria cinematografica italiana, Roma, spendendo ogni energia nel fare esperienza in maniera trasversale in molti settori di questo mondo, partendo sin dai più umili, passando per il teatro e giungendo, nel 2008, alla realizzazione del suo primo lungometraggio in qualità di regista: il controverso e molto discusso House of Flesh Mannequins, che tanto ha fatto parlare la critica, e che riceve ancora importanti gratificazioni soprattutto a livello internazionale.
La prima esperienza deve aver significato molto per Cristopharo e per lo stesso produttore Daniele Panizza, perché, dopo solo poco più di un anno, ecco il secondo film dell’artista romano: The Museum of Wonders.
Presentato nel suggestivo scenario del Castello della Cervelletta, luogo che è stato anche teatro per alcune scene del film, l’opera ha costituito il tema di una due giorni aperta al pubblico, il quale poteva confondersi agli attori e ad altri inconsueti personaggi che hanno ricreato le atmosfere spiazzanti, ma allo stesso tempo attraenti, respirate durante la proiezione.

sabato 6 marzo 2010

Articolo su ZabriskiePoint


In una suggestiva villa alle porte di Roma - fra mangiafuoco e burlesque - è stato presentato il secondo film di Domiziano Cristopharo, The Museum of Wonders. Dopo i successi raccolti con il suo primoHouse of Flesh Mannequins - che grazie ad un tam-tam di consensi è riuscito ad essere distribuito in dvd - Cristopharo torna alle ambientazioni grottesche circensi del suo primo lavoro, sempre all'insegna dell'autorialità dark.
È lo stesso regista a legare questa sua seconda opera con la precedente: "Dopo House of Flesh Mannequins volevo tornare a confrontarmi con il cinema, dopo la mia lunga gavetta fra teatro e corti filmici. Il mio primo film era diviso in tre atti e a molti è piaciuto in particolare il secondo dei tre, quello ambientato in un circo. Con The Museum of Wonders ho voluto approfondire questo secondo atto, concentrandomi sulla vita dietro le quinte di un gruppo di circensi, ambiente che mi permetteva di esemplificare al meglio la mia visione circa la normalità e la diversità".

venerdì 5 marzo 2010

Intervista a Domiziano Cristopharo (CineTV)


"Dopo il successo di The House of Flesh Mannequins, film culto definito “il primo reality movie in assoluto”, Domiziano Cristopharo torna alla regia con “The Museum of Wonder” una macabra storia d’amore, soldi e potere…

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Domiziano Cristopharo ma per saperne di più :“Leggete Signore e Signori, leggete …”
D:” Accorrete Accorrete signori e signore ad ammirare le vostre noiose paure” questo invito- provocazione apre il film … Quali le noie e paure metti in scena?
Domiziano: In primo luogo la paura della diversità…
Ma anche quella del non accettarsi! Son paure noiose… La diversità è invece una forma di cultura. Dovremmo provare ad espandere i nostri confini invece di esser sempre pronti a puntare il dito.
D: Qual è il messaggio o provocazione di “ The Museum of Wonder”?
Domiziano: “E’ proprio che… nonostante una vistosa differenza nell’aspetto fisico… siamo comunque tutti uguali… in quanto – per citare Hesse – “nulla di umano è alieno all’uomo”… nel film vediamo giganti, nani, ballerine, mutilati… ma son tutti mossi dalle stesse pulsioni. Non esiste uno stereotipo di buono o cattivo per l’aspetto.”