sabato 6 marzo 2010

Articolo su ZabriskiePoint


In una suggestiva villa alle porte di Roma - fra mangiafuoco e burlesque - è stato presentato il secondo film di Domiziano Cristopharo, The Museum of Wonders. Dopo i successi raccolti con il suo primoHouse of Flesh Mannequins - che grazie ad un tam-tam di consensi è riuscito ad essere distribuito in dvd - Cristopharo torna alle ambientazioni grottesche circensi del suo primo lavoro, sempre all'insegna dell'autorialità dark.
È lo stesso regista a legare questa sua seconda opera con la precedente: "Dopo House of Flesh Mannequins volevo tornare a confrontarmi con il cinema, dopo la mia lunga gavetta fra teatro e corti filmici. Il mio primo film era diviso in tre atti e a molti è piaciuto in particolare il secondo dei tre, quello ambientato in un circo. Con The Museum of Wonders ho voluto approfondire questo secondo atto, concentrandomi sulla vita dietro le quinte di un gruppo di circensi, ambiente che mi permetteva di esemplificare al meglio la mia visione circa la normalità e la diversità".

E The Museum of Wonders approfondisce - esasperandolo - proprio questo tema. Fra nani, donne barbute e fachiri, il tema dell'alterità emerge impetuoso. Cristopharo, che ha sempre avuto fra le sue corde il tema del grottesco, attua un'operazione civilizzatrice e sociale sostenendo la causa dei "non normali" attraverso le loro normalità sociali; ovvero mostrando le normalità dei mostri attraverso le brutture sociali che caratterizzano anche loro. I nani, i fachiri, gli eccentrici, divengono normali ai nostri occhi perché come noi (ma noi chi?) provano gli stessi sentimenti abietti: anche loro potranno tradire, anche loro si dimostreranno xenofobi nei confronti dei normali, anche loro arriveranno ad uccidere per gelosia. Una scelta tanto alternativa quanto coraggiosa, premiata dalla riuscita del film. Il produttore Daniele Panizza infatti osserva: "The Museum of Wonders è il secondo capitolo di quella che vuole essere una trilogia. Ho prodotto il primo film e non potevo non produrre questo. Spero - aggiunge sorridendo - di riuscire a produrre anche il terzo ed ultimo capitolo. Domiziano mi ha insegnato molto; con lui ho capito il senso profondo della diversità, che non significa essere tutti uguali - perché così non è - ma che le diversità che ci caratterizzano sono humus fondamentale per l'arricchimento mio e del mio prossimo. Oggi ho molta più paura ad entrare in una banca che a relazionarmi con persone ritenute socialmente diverse"!Attore protagonista è Francesco Venditti, anche lui molto orgoglioso del film. L'attore osserva: "Io e Domiziano eravamo destinati a fare questo film insieme. Ho accettato di girarlo senza neppure leggere il copione, perché sentivo di dover fare un film del genere. Opere come The Museum of Wonders sono vitali per il cinema italiano. Ha permesso a tanti giovani artisti di esordire e contemporaneamente ha visto l'amichevole partecipazione di attori e attrici ampiamente affermati nel nostro cinema come Maria Grazia Cucinotta, che si sono prestati a lavorare al servizio di Domiziano per il semplice motivo di credere in lui. Non se ne vedono tante di simili sinergie nel nostro cinema".
A Cristopharo va l'augurio di continuare a credere e a realizzare film ben congeniati come il suo ultimo lavoro, sperando di trovarlo in un futuro prossimo slegato dai problemi distributivi che i suoi film continuano ad avere, amati e apprezzati all'estero ma che stentano a decollare nel nostro Paese.
Link all'articolo originale: http://www.zabriskiepoint.net/node/9980

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