mercoledì 27 gennaio 2010

Intervista a Domiziano Cristopharo (MArteLive)

Il Labirinto dei Freaks


"C'è un male, il più grande, capace di ispirare meno pietà nelle persone che lo pongono: la gelosia", la prestigiatrice Salomè in combutta con Sansone il forzuto, cercherà di sedurre ed ingannare Marcel il nano, con lo scopo di impossessarsi delle sue ricchezze, all'interno di una visione contorta e surreale che è il Museum of Wonders.

Avevamo già intervistato Domiziano Cristopharo per la sua prima pellicola intitolata House of Flesh Mannequins (attualmente in corsa al Festival A Night of Horror a Sidney) e adesso, dopo un anno, ritorna fra noi per raccontarci in esclusiva i retroscena della sua nuova opera: The Museum Of Wonders.
Bizzarra ed attraente, la pellicola di Cristopharo si presenta in tutta la sua magnificenza (per i Trailers c'è il sito ufficiale http://www.themuseumofwonders.com/), lasciandoci addentrare in un mondo di "Freaks", Lune parlanti e donne barbute.
In anteprima il 3 e 4 marzo presso il Casale della Cervelletta, The Museum of Wonders apre le porte del mistero a noi del MarteMagazine, attraverso le parole del suo cantastorie...

Ben ritrovato Domiziano, il 3 e il 4 Marzo verrà presentato il tuo nuovo film, The Museum Of Wonders. Come speri che venga accolto dal pubblico?
Ovviamente spero bene. Chi si aspetta da me una cosa nuovamente provocatoria e sanguinosa però resterà deluso: qui tocchiamo corde sensibili anche se attraverso il fantastico. Serviranno fazzoletti a portata di mano!

Sei al tuo secondo film. Citando una nostra vecchia intervista, anche stavolta ci troveremo davanti ad un "film trash fatto con gli scarti di una cena di lusso"?
In qualche modo si: ho avuto un budget "ridicolo" (mi si passi il termine che non vuole esser irrispettoso per chi ha investito, anzi) per realizzare anche questo mio secondo film...meno di 30mila euro! Incredibile quello che siamo riusciti ad inventarci ed i risultati sono davvero da serie A. Grazie al coraggio di persone come Daniele Panizza e Giuseppe Petruzzellis che a differenza di molti che parlano parlano, fanno davvero qualcosa per dare spazio al cinema indipendente! Un plauso speciale va anche alla partecipazione del cast che stavolta è davvero straordinario.

Sappiamo che hai rilasciato in giro pochissime informazioni. Sarebbe possibile sapere qualcosa in più sulla trama o, magari, qualche chicca particolare?
Mi fa piacere quello che dici, dimostra che sei una persona attenta! Ho tenuto molto mistero attorno al film finora, lasciando che la gente ne traesse le proprie conclusioni, ed i paragoni con Freaks di T. Browning (mi inchino!) non sono mancati.
Ma questo film - posso rivelarti - che è il seguito di House of Flesh Mannequins; un seguito "ideale" certo, poiché si svolge in tutto un altro tempo. Chiunque ha visto il mio primo film è rimasto colpito dal corpo centrale dove, in un sogno, il protagonista va appunto nel MUSEO dei MANICHINI di CARNE.
Questo secondo film ci ri-porta dentro quel museo e ri-troviamo parte degli stessi personaggi: Il nano Francese, Sua moglie (in flesh mannequins interpretata dalla formosa Roberta Gemma) dall'inconfondibile cappello turchese, le vetrine coi mostri fino al mangia spade Damocle (il grande Scott "murrugun" Nelson). In una scena curiosa nelle intenzioni originali, la protagonista doveva esser di nuovo Irena Hoffman, e si ritrovava nel suo sogno nella casa assieme a Sebastian, ma poi, cambiando protagonista, anche la scena si è evoluta di conseguenza.

Già dalle prime immagini la pellicola sembra richiamare un ambiente circense abbastanza decadente e misterioso. Cosa hai voluto trasmettere attraverso questa tua idea dei "Freaks"?
Decadente e Misterioso... sì! Io lo definisco (proprio per motivi registici anche) "un labirinto di specchi dove ci si perde per ritrovare se stessi" ed infatti il tema dell'immagine è molto indagata nel film: ci sono personaggi "doppi" e personaggi "mezzi", milioni di riflessi distorti in superfici specchiate, ma anche specchi ingannatori che riflettono quello che non c'è, riflessi d'acqua e così via. Devo dire che mi son rifatto molto a Peter Greenaway e ad un film poco conosciuto che vinse il Leone d'Oro a Venezia negli anni 60: L'anno scorso a Marienbad, di A. Resnais.

Proprio parlando dei "fenomeni da baraccone" e quindi del film di Browning, quali altre citazioni hai voluto immergere nella tua opera?
Ha lo stesso spunto base che poi è lo stesso spunto di Niagara e di Ossessione e di altri milioni di film: ossia la bella che, con la complicità dell'amante, vuole far fuori il ricco marito, ma qualcosa va storto! C'è poco di Freaks qui, non ci sono personaggi simili: abbiamo Lune canterine, Clown muti, statue di Madonne parlanti, Donne barbute in crisi di identità, ed il personaggio della cattiva di turno è molto ispirato proprio alla recitazione di Marilyn Monroe e Valentina Mio (prima volta sullo schermo) offre una grande prova recitativa, assolutamente non inferiore a quella di un inedito Francesco Venditti e a quella del grandissimo Fabiano Lioi nelle vesti del nano francese!
Riguardo altre fonti di ispirazione in più, in questo film viene esaltata la componente "felliniana" dei personaggi, già accennata in Flesh Mannequins. Aver avuto dalla Kikko Music poi le musiche di Rota cantate da Giovanna, è una delle chicche del film. Come "Flesh" ha anticipato di mesi la tematica di TORTURE PORN ora tanto in voga, anche "Museum" credo cavalcherà un’onda fortunata vista l'attenzione su Fellini suscitata anche dal recentissimo NINE.

Vorresti anche raccontarci, nello specifico, la citazione di Betty Boop, con l'estrazione del personaggio del Clown? Ammetto che le lune parlanti, a primo impatto, mi hanno riportato in mente il video "Tonight, Tonight" degli Smashing Pumpkins…
Sei molto attenta, vedo! Alcune immagini del film e molte soluzioni "registiche" derivano proprio da situazioni da "cartoon" e di film muti, tra cui il look del clown KOKO, quello di Betty Boop appunto, che mi ha sempre terrorizzato quando ero piccolo! Pensa, c'è un incubo pieno di cose terrificanti nel film e lo presentiamo come un film muto - a colori - a tempo di charleston! Il risultato è sconvolgentemente diverso! Ho messo in questo film tutto quello che mi ha accompagnato nella mia crescita immaginifica e culturale.

I personaggi della pellicola sembrano molto affascinanti: da Salomè, al Clown muto fino a Marcel il nano. Qual è quello che ti ha ispirato maggiormente?
Non posso escludere nessuno... mi sentirei in colpa: c'è una inquietante madre/bambina pazza interpretata da Elda Alvigini, una filosofica "signora dei bagni" resa viva dalla grandissima Maria Rosaria Omaggio che si sdoppia anche come Madonna, la luna canterina di Giovanna (che nel film canta le arie felliniane di Nino Rota)... devo dire che uno dei personaggi più riusciti è proprio il clown muto Jeremiah (Valerio Morigi), ma sono apprezzabili anche la delicatezza del ruolo di Sansone - l'uomo forzuto - a cui Francesco Venditti ha regalato molte sfaccettature psicologiche di fragilità interiore. Poi si passa dalla cattiveria senza pari di Salomè (Valentina Mio), alla sfortunata Olimpia (interpretata "alla Magnani" da una grandissima Adele Tirante) fino a Giampiero Ingrassia che nel ruolo inedito della Veggente (eh si, LA VEGGENTE!!) regala momenti di surrealistica poesia! Comunque ho cercato di utilizzare ogni attore in un modo inedito e credo sarete sorpresi di vedere il fantasma della "pin up" interpretato dalla Cucinotta, o il maestro di Cerimonie di Venantino Venantini, fino alla vecchia ubriacona 80enne di Yvonne Sciò.

Parlando in particolar modo del personaggio di Venere, hai detto che è stata creata molti anni fa, da un tatuaggio. Ci racconteresti la vicenda?
Amo il mondo circense e ne ho sempre voluto far parte, ma invano. Non sono riuscito ad avvicinarmi a certe tecniche che richiedono la pratica da quando sei bambino; fondai una compagnia/sideshow con cui ho realizzato anche cosette interessanti e 4 anni fa decisi di tatuarmi una donnina Freak, rivolgendomi ad Amanda Toy (la più nota tatuatrice italiana nel mondo) che mi ha disegnato sulla parte esterna della coscia, una donnina dal trucco retrò, senza un braccio (sostituito da una protesi) e senza gambe. Questo personaggio, questa sventurata "Venere di Milo" di carne, è diventato uno dei personaggi più belli del film grazie alla bravura della splendida Nancy de Lucia. A sua volta il tatuaggio, deriva da una foto che feci per Donatella Rettore e che divenne la cover del CD Tutti pazzi per Rettore (edel) in cui la raffiguravo come una Venere di Milo di carne.

Colori, costumi e trucchi sono meravigliosi. Molto appariscenti e stravaganti. Sei soddisfatto della resa finale?
Sono soddisfattissimo e non potevo chieder di meglio. Pensa che chi ha lavorato a questo film è in gran parte alla prima esperienza sul set e guarda che risultati, che energia!
Stefania Seminara ha creato parrucche ed acconciature dal nulla; credo saprebbe acconciare una persona anche avendo solo dei fili di paglia. Gianluca Ferraro viene dalla moda invece ed il suo stile "burlesque" era perfetto per questo film. Una menzione speciale va alla splendida fotografia curata in tutto e per tutto da Giuseppe Pignone, un instancabile giovane che farà molta strada.

E dell'effetto dell'Angelo del Buio?
Una delle mie parti preferite, sia perchè c'è la Omaggio che fa la Madonna messicana, sia per la qualità degli effetti visivi, curati da uno dei produttori stessi, Giuseppe Petruzzellis, che questa e ben altre mirabolanti imprese ha compiuto per questo film, compreso l'effetto "vecchia foto" che sarà la costante visiva di tutta l'opera.

Con un cast davvero particolare, dall'esordiente Miss Cinema 2008 Valentina Mio, a Elda Alvigni, fino a Maria Grazia Cucinotta. Come ti sei trovato con loro a livello di recitazione?
Ho seguito molto Valentina, ma è stata una ragazza capace di ascoltare e non mi ha dato preoccupazioni anzi, solo soddisfazioni. Tra le nuove proposte ci sono delle rivelazioni affascinanti come Giuseppe Comunale che insieme a Miguel Larraz offrono una coppia fantastica sullo schermo: uno con l'accento siciliano e l'altro spagnolo! Agli attori con esperienza, come Elda o Maria Grazia, ho solo detto "divertitevi" e loro l'hanno fatto…

Credi, a questo punto, di poter toccare vette più alte attraverso The Museum Of Wonders?
Se facciamo il paragone con Flesh Mannequins, posso già dire che ho toccato vette altissime, sotto TUTTI i punti di vista, poi in questo caso, il film si avvale della sceneggiatura di Elio Mancuso, che non è solo uno sceneggiatore – attenzione - ma un POETA... e vi assicuro che questo fa la differenza.

A proposito complimenti per la candidatura di House Of Flesh Mannequins al Festival A Night of Horror. Come ci si sente?
Beh prima ancora di questo prestigiosissimo ed internazionale (forse il più grande) festival di "settore", abbiamo presenziato in competizione ufficiale al Festival del Cinema di Santa Fe. Flesh Mannequins oltre le sterili polemiche, sta iniziando a riscuotere il successo e l'attenzione che forse merita.

Grazie Domiziano per averci dato la possibilità di una seconda intervista, ormai per noi del MarteMagazine sei di casa.
Grazie di poter crescere e condividere con voi le mie piccole/grandi esperienze!

Alessia Grasso


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